Cioè... Il sazio non crede al digiuno
Il linguaggio popolare napoletano, con la sua profondità e saggezza, ha il potere di racchiudere in poche parole verità universali.
Tra i detti più incisivi troviamo 'O sazio nun crere a 'o riuno, che si traduce letteralmente come "Il sazio non crede al digiuno".
Questa espressione non è solo una critica alla mancanza di empatia di chi si trova in una posizione di privilegio, ma anche un profondo invito alla comprensione dell'altro, uno dei fondamenti della psicoterapia. Il detto trova le sue radici nella cultura quotidiana di Napoli, dove le difficoltà e le diseguaglianze erano (e in parte sono) parte integrante della vita di molti.
Nella sua essenza, 'O sazio nun crere a 'o riuno suggerisce che chi non ha mai sofferto o affrontato difficoltà tende a non comprendere pienamente il dolore o la fame degli altri. Questa mancanza di comprensione non deriva necessariamente da cattiva volontà, ma da una naturale distanza tra l'esperienza di chi vive nel benessere e quella di chi affronta privazioni.
La psicoterapia si basa sull'ascolto, sull'empatia e sulla connessione emotiva tra terapeuta e paziente.
Qui, il detto napoletano diventa particolarmente rilevante, poiché mette in luce una delle sfide principali che un terapeuta deve affrontare: comprendere e convalidare l'esperienza del paziente senza giudizio. Un terapeuta che non ha mai sperimentato determinate difficoltà potrebbe trovarsi inconsciamente a minimizzare le esperienze del paziente.
Questo fenomeno è simile al "sazio" che fatica a comprendere il "digiuno".
Daniel Goleman, celebre psicologo ed esperto di intelligenza emotiva, sottolinea come l'empatia sia una competenza che può essere allenata e affinata. Attraverso l'ascolto attivo e la riflessione empatica, il terapeuta può "entrare" nel mondo del paziente e comprendere il suo dolore nonostante la distanza delle esperienze, il terapeuta deve sforzarsi di "digiunare" simbolicamente, ovvero mettersi nei panni di chi soffre per sentire ciò che sente mentre è con il paziente.
Questa esperienza immaginata, seppur indiretta, può aiutare a evitare il rischio di apparire distaccati o giudicanti.
La convalida emotiva è un altro aspetto fondamentale della psicoterapia legato al detto napoletano. Un paziente che si sente dire "So che è difficile per te" anziché "Non è poi così grave" percepisce una differenza sostanziale nel modo in cui il terapeuta risponde al suo dolore. 'O sazio nun crere a 'o riuno sottolinea l'importanza di dare valore all'esperienza altrui, un principio che ogni terapeuta deve abbracciare.
Come può un terapeuta affrontare le proprie difficoltà nel comprendere pienamente le esperienze altrui?
La risposta sta nell'auto-consapevolezza e nella formazione continua. Workshop, supervisione e la riflessione personale sono strumenti essenziali per affinare la capacità di percepire il mondo attraverso gli occhi del paziente.
Il detto napoletano 'O sazio nun crere a 'o riuno ci ricorda, infine, che la comprensione e l'empatia sono sfide continue che richiedono impegno e umiltà. Nella psicoterapia, questo diventa non solo un obbligo etico, ma un atto di amore verso chi ci affida il suo dolore, nella speranza di essere compreso e di trovare un modo per vivere con più serenità.
In sintesi, abbracciare il significato profondo di questo detto significa per il terapeuta essere in grado di mettere da parte il proprio "sazio" per entrare nel mondo del "riuno" e, così facendo, offrire un sostegno autentico e trasformativo.