Quale prezzo paghiamo per il "gratis"?
Spesso una piccola parola diventa estremamente decisiva e motivante. Spesso sostiene e supporta le nostre scelte: " va beh, tanto è gratis!".
Eccola la frase regina, la frase che per eccellenza ci inganna facendo superare ogni tipo di indecisione, inducendoci a scegliere per comodità e non per volontà, ed ecco ancora che ci si trova in balia del “gratis… accontentandosi!”.
Ma quanto costa questo accontentarsi? A quale prezzo lo facciamo?
Il termine GRATIS si insidia nella nostra mente facendo saltare, letteralmente, ogni nostro piano, portandoci ad un errore di valutazione. Dunque il programma, ben chiaro e stabilito, di pochi attimi prima, lascia spazio al "se è gratis lo faccio / se è gratis lo compro". Non è un paradosso quest'ultima affermazione?
Cosa accade al nostro mondo emozionale quando ci troviamo davanti alla fatidica e meravigliosa scritta in rosso e a caratteri cubitali "GRATIS"?
Oltre a manipolarci a tal punto da scegliere "l'affare peggiore”, questa parola possiede un altro grande potere: non diamo attenzione all'aspetto negativo della scelta e ci regala una sensazione di "benessere", "pienezza" emotiva.
Dato che è gratis, non ha prezzo.
Dato che è gratis, non pago e se non pago non ho nulla da perdere, e se non perdo non soffro.
Eccolo il labirinto emotivo del gratis, ci ha fregato! Chi vuole soffrire? Nessuno!
Il gratis si è trasformato nell'aspettativa di allontanare la diffidenza da noi ma arrivati a casa ecco che siamo sopraffatti da un'altra emozione: la delusione!
Vi è mai capitato di ottenere qualcosa gratis e quindi sentirsi in obbligo di acquistare altro?
Vi è mai capitato di acquistare qualcosa che mai avreste voluto, solo per ottenere "l'omaggio gratuitamente"?
La parola gratis fa in modo che i nostri acquisti diventino più carichi e affascinanti, ma in realtà non si sta ottenendo proprio nulla gratuitamente!
Dunque, chi sta realmente omaggiando? Noi che acquistiamo o loro che vendono?
Buone riflessioni.