LA PAURA DEL DOMANI

    fear

     

    Starò male domani? Mi verrà l'ansia? Andrà bene l'esame? E se andrà male? Riuscirò a fare bella figura?
    Queste tra le più tipiche domande piene di paura e ansia, che sorgono in chi ha una preoccupazione costante riguardante il futuro ed è alla continua ricerca di risposte che mai troverà. Risposte che, soprattutto, daranno origine ad altre domande ancora.

    Quotidianamente accolgo nel mio studio dubbi e domande di questo genere, persone angosciate e preoccupate, in preda a crisi isteriche e di pianti. Tra singhiozzi e lacrime, si intravede la paura di chi tanto vorrebbe gridare forte ma tutto tace, nasconde dentro sé. Sempre più la persona mi chiede risposte logiche: è lì che continuamente si pone domande e con il raziocinio tende a voler trovare una soluzione.
    Beh, sedetevi comodi perché ho da darvi una notizia che forse non vi piacerà: di logico non c'è assolutamente nulla! Smettete di sprecare energie e, semplicemente, ascoltate cosa questa preoccupazione vuole raccontarvi. Essere consapevoli del problema non risolve il problema stesso, è un punto di partenza ma è da qui che inizia il vero e duro lavoro. Dietro questo tipo di domande c'è un attacco d'ansia, una crisi di panico. La mancanza di una risposta porta a sua volta ad alti livelli di ansia, in molti casi la persona rimane paralizzata dalla paura per poi entrare in un circolo vizioso incrementato dall'ansia anticipatoria.

    Questo tipo di pensiero si può trasformare in dubbio/ossessione che possa succedere qualcosa di brutto a sé stessi o agli altri cari.

    In questi casi la persona potrebbe domandarsi: "E se non faccio questa cosa e poi si fa male? E se ho fatto male a qualcuno? E se ho chiuso male il gas e poi succede qualcosa di grave?" e, non trovando una risposta esaustiva, potrebbe iniziare a mettere in atto dei comportamenti/rituali, volti a creare una maggiore "sicurezza", ma che alla fine comunque non cancellano il dubbio e l'ansia, che continuano a permanere.

    Ancora un altro esempio è dato da chi ha paura del giudizio o della possibile reazione degli altri di fronte a un proprio comportamento. In questi casi la persona potrebbe chiedersi "Come reagiranno gli altri se faccio questo o quello? E se dico questa cosa? E se non la dico?", alla ricerca del comportamento perfetto, che risulti accettato dal gruppo, finendo per non trovarlo e rischiando così di preferire l'isolamento.
    In questo caso può essere utile bloccare questa modalità disfunzionale di pensiero, guidando la persona all'azione.

    Diceva Kant: "Non esistono risposte intelligenti a domande stupide". Per questo motivo, in tutti i casi descritti precedentemente, dove non è possibile dare alcun tipo di risposta certa alle domande che si presentano nella nostra mente, si mostra sicuramente utile lo sforzo di bloccare le risposte che cerchiamo di dare per interrompere il loop (Attenzione: bloccare le risposte che diamo noi, non le domande che arrivano da sole). In questo modo eviterete di entrare in quel labirinto di pensieri, dove ogni risposta, piuttosto che portarvi verso una via di uscita (intenzione iniziale della persona), non farà altro che condurvi sempre più nei meandri del labirinto dei dubbi, caricandovi di ansia.

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